sabato 15 settembre 2012

Intervista Synful Ira



SYNFUL IRA


Formazione:
Letizia “Leira” Chiozzi (voce)
Fabio “Baldo” Balducci (chitarra e voce)
Laura “Layla” Balducci (chitarra e voce)
Emanuele “PX” Chiozzi (basso)
Filippo “Filo” Martignano (tastiere)
Marco “Markino” Renzi (batteria) 



Luogo di provenienza:
Laura: Io e mio fratello Fabio siamo di Santarcangelo di Romagna come lo erano anche gli altri due membri iniziali che completavano la formazione mentre Emanuele e Letizia sono di un paese vicino quindi direi decisamente Santarcangelo come zona d’origine!






1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?

Fabio: Il gruppo è nato dalle menti mia e di mia sorella a fine 2004 quando io sognavo di creare una cover band degli Evanescence o una band inedita in quello stile e lei stava tentando con delle sue amiche di creare un progetto tutto al femminile ispirato ai Nightwish… Il nome Synful Ira arrivò nel 2007 mentre per i primi 2 anni di vita la band si chiamò Rising Shadows.
Negli anni la formazione ha subito numerosi cambiamenti, 3 tastieristi e 6 batteristi.
Prima dell’arrivo di Filippo alle tastiere (2010) ha suonato con noi dal 2007 Daniele Mazza, compositore e leader degli Ancient Bards, che poi dovette lasciare la band proprio per il crescente impegno dell’altro progetto; tra i batteristi ricordiamo Alessandro Carichini e Federico Gatti (attuale batterista Ancient Bards) che sostituirono Marco tra il 2008 e il 2010 quando studiò al CPM di Milano.



2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?

Fabio: Parlando del progetto cover è ovvio rispondere Gothic metal; parlando invece del nostro progetto inedito diciamo che abbiamo intrapreso una strada particolare ovvero scegliere il genere in ogni singolo brano in base all’argomento trattato…



3. Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)?
Laura: Il nome Synful Ira non ha un significato vero e proprio, ma ci è sembrato molto orecchiabile e accattivante. La sonorità della parola Synful, che ricordava l'inglese "sinful" (peccaminoso) ma volutamente scritto sbagliato per togliergli quella connotazione, accostata ad Ira, parola latina che significa rabbia, ci dava l'idea di una perfetta unione di musicalità e aggressività; un pò come il nostro genere che unisce la durezza delle chitarre e delle ritmiche pesanti della batteria alle melodie intrecciate dalle tastiere e dalla voce della nostra cantante Letizia.
Il nome comunque è nato per caso e per gioco durante una riunione divertendoci a storpiare parole e accostandole tra loro; alcune erano davvero tremende….



4. Avete pubblicato qualche album?

Si, un concept album intitolato “Between hope and fear” di cui in precedenza era stato presentato un promo intitolato “The hard reality”.

Com'è nato.
Fabio: L’album è stato composto musicalmente da me con l’aiuto di Filippo nella fase di arrangiamento delle orchestrazioni; i testi derivano da una storia vera di mia conoscenza che ho scomposto in capitoli e fatta arrangiare ritmicamente in inglese da Laura e da un mio amico madrelingua inglese.

Significato del nome dell’album.
Laura: Beh l’album racconta la reazione e la rinascita di una persona dopo una bruttissima vicenda di tradimento e abbandono e quindi il titolo ricorda il grande bivio che ognuno ha quando deve rialzare la testa da una cosa simile… Sarà più forte la speranza di un futuro migliore o la paura di rimanere scottati ancora se ci si rimette in gioco?

Significato della copertina.
Fabio: La ferrovia è il perno tematico dell’album poiché la si può vedere come il percorso che uno sceglie di fare e quindi come retta via che ti porta a fare le scelte giuste oppure come nella canzone “Shining Tracks” come mezzo sbagliato per risolvere i problemi dato che il protagonista per qualche istante medita di togliersi la vita…
Il “fantasma rosso” nella copertina rappresenta l’anima o la coscienza del protagonista che, dando le spalle all’osservatore, cammina lungo il suo percorso verso la rinascita.

Parla della storia.
Fabio: la storia è un racconto confidenziale di una persona a me cara e la storia è realmente accaduta… Io mi sono limitato ad immaginarmi le varie scene mentre mi veniva raccontata la storia e poi ho immaginato di fare come una colonna sonora di un film dove ogni momento o stato d’animo dei personaggi vuole la colonna sonora adeguata… E così per ogni “fase” della rinascita psicologica del protagonista ho pensato a melodie diverse, velocità diverse, differente durezza dei cantati, tonalità più o meno cupe, stile delle orchestrazioni diverse (elettroniche o sinfoniche…) e perfino proporzioni dei volumi degli strumenti diversi da brano a brano. Questo perché volevo che anche chi presta attenzione prima alla musica che ai testi (come succede a me), potesse comunque capire o intuire la tematica del brano dalle sole note...

La sequenza di fasi:
True Lies: tradimento, l’inizio di tutto…
Behind the suspect: flash back a prima del tradimento con i brutti presentimenti
Shining tracks: depressione dopo aver accettato la realtà
Revenge of mind: colpo d’orgoglio con desiderio di vendetta
Inside my fears: battaglia feroce con le proprie paure nel rimettersi in gioco
My friend: secondo colpo d’orgoglio e ruolo degli amici nel risolvere i problemi
Hope: ritrovata speranza e primo incontro con una persona speciale
New love: il personaggio si rimette in gioco in una nuova relazione
Fatal Temptation: si rende conto che anche lui da vittima potrebbe diventare carnefice
Destiny: riflessione finale…

Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta?
Filippo: Il promo “The hard reality” è stato autoprodotto mentre l’album “Between hope and fear” è uscito sotto l’etichetta “logic(il)logic” a giugno 2012.

Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Emanuele: La difficoltà più grande di una band numerosa è trovare un’idea comune per le varie decisioni da prendere e soprattutto mantenere costante la formazione nel tempo poiché i cambi di line up son sempre destabilizzanti anche se avvengono pacificamente per motivi di impegni.

Progetti futuri?
Letizia: Fabio attualmente sta lavorando alla composizione di un secondo album, intanto continuiamo a promuovere questo primo CD con concerti, interviste e le varie recensioni che vengono fatte sul web finora molto positive! E di questo ringraziamo ancora la nostra etichetta che sta facendo davvero un bel lavoro!



5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?

Fabio: Beh, oggi il mercato musicale vive una brutta crisi; già con il download degli mp3 era diventata dura… Se poi aggiungiamo che oggi anche i fans più accaniti fan fatica a trovare i 15 euro per un cd originale o per andare a vedere un concerto chiaramente saran sempre meno le etichette che investono sulle band. Alla fine non è difficile trovare una casa discografica, il problema è che vieni considerato solo se hai già in mano un prodotto finito e già quindi pagato da te (band) sia a livello audio che grafico; quindi di fatto le label medio grandi si occupano di distribuzione e pubblicità ma ovviamente non si prendono più il rischio di finanziare da zero un album.



6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?

Fabio: Eh… all’estero magari ci bacchettano perché non siamo navigati con la pronuncia inglese come in altri paesi… Ma in generale nel nostro paese c’è una serie enorme di pregiudizi verso il metal che noi ogni giorno cerchiamo di sfatare o smontare con le nostre canzoni…



7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?

Fabio: Qui ognuno potrebbe parlare per ore poiché veniamo da mondi musicali molto diversi; a livello di band potremmo riassumere dicendo Evanescence / Dream Theater / Rammstein per i suoni di chitarra pesanti, Nightwish per le atmosfere orchestrali, Ramstein e Muse per le atmosfere più elettroniche, Lacuna Coil / Evanescence per lo stile dei cantati. 



8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?

Fabio: Nel mio caso ho sempre amato la chitarra fin da piccolissimo e credo di aver contagiato mia sorella in questo senso… Letizia ha sempre cantato e suo fratello Emanuele è diventato bassista per colpa/merito mio :D
Marco ha suonato la batteria fin dall’età di 4 anni anche perché pure suo padre è batterista.
Filippo ha inziato come pianista ma quasi subito ha capito che il pianoforte era troppo limitato e la sua voglia di cambiare continuamente sonorità e generi l’ha portato al mondo della tastiera.



9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?

Laura: in effetti ognuno di noi ha un segreto in questo senso… Ad esempio io ho iniziato col pianoforte per poi cimentarmi col basso. Mio fratello avrebbe voluto fare il bassista… Forse è per questo che entrambi adoriamo le chitarre grosse e cattive xD
Emanuele ha iniziato come chitarrista per poi darsi al basso appena conobbe mio fratello all’università ( siamo pure contagiosi :D )
Letizia ha sempre cantato ma sa suonare molto bene il pianoforte e anche un po’ la chitarra.
Marco sa suonare anche la chitarra ma è anche molto bravo a cantare.
Filippo suona bene sia chitarra che basso e se la cava benino anche alla batteria.



10. Il live che più vi ha emozionato.

Fabio: Beh, direi il concerto del 2010 all’arena aperta di Poggio Berni dove abbiam suonato per la prima volta parte degli inediti che stavamo componendo…



11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?

Fabio: Ci sono molti pregiudizi nel nostro paese causati un po’ dal bigottismo di alcune persone e un po’ da alcuni metallari un po’ estremi che fanno di tutto per alimentare certe credenze… Diciamo che noi facendo un genere metal abbastanza calmo riusciamo a coinvolgere e ad attirare molte persone “non metallare” e a far capire che ascoltare rock o metal non centra nulla con l’essere belle o brutte persone….



12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?


Fabio: Questo si collega al discorso precedente… Ha più successo all’estero perché là c’è più apertura mentale ad ogni forma artistica… L’italia in ste cose è sempre 10 anni indietro purtroppo perché sembra che in sto paese si preferisca sempre l’usato sicuro (vedi le solite facce sui grandi palchi da 40 anni) che i nuovi talenti…




Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

Grazie a te per l’intervista e per la possibilità di farci conoscere!! \m/

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