sabato 6 luglio 2013

Intervista Fear Between Crowd

 



FEAR BETWEEN CROWD



Formazione:
Lead Vocals: Marco “Ciccio” Vecchiato.
Rhythm Guitars/Backing Vocals: Luca “Kant” Cantiero.
Lead Guitars/Backing Vocals: Manuel “John” Sandri.
Bass Guitars: Vanni “Biste” Bistaffa.
Drums, Percussion: Giacomo “Jack” Giarola.

Luogo di provenienza.
Verona.






1. Com'è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?
Per raccontare tutta la storia della band bisognerebbe scrivere un libro, perché di avvenimenti ce ne sono stati veramente tanti, forse troppi. Perciò cercheremo di fare una breve sintesi.
La nostra band nacque nel 2008 da un'idea di Luca e dell'ex chitarrista Renè durante un pomeriggio di musica e cazzeggio.
Nel 2009 si unirono Marco alla voce, Simone al basso e Giacomo alla batteria.
Poco tempo dopo Simone lasciò la band e al suo posto arrivò Vanni, così iniziammo a lavorare per il primo live.
Quel live riscosse un buon successo perciò decidemmo di iniziare a comporre alcuni brani, e al live successivo presentammo una prima versione di “When I See You Bleed”.
A causa di vari impegni personali Renè decise di abbandonare il gruppo lasciandoci in un periodo di assestamento.
Quando tutto ormai sembrava essere giunto al punto di rottura alla chitarra si presentò Manuel, e riuscimmo così a riprendere il nostro cammino.
Decidemmo di cambiare il nome della band e cominciammo a scrivere nuovo materiale, giungendo così a poter realizzare il nostro primo EP.
Dopo mesi di lavoro, ri-arrangiamenti di alcune canzoni e registrazioni, nel novembre 2012 lanciammo il nostro primo EP dal titolo F.B.C. - Fear Between Crowd.
Abbiamo poi proseguito con la composizione di nuovo materiale, arrivando così ad avere un buon repertorio che ci ha permesso di esibirci solo con brani originali.


2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
Il nostro genere lo abbiamo chiamato “Modern Metal”, questo perché i nostri brani si basano su molti generi di metal, dal più lontano Heavy anni 70, al più recente Metalcore, Melodic e Groove. “Modern Metal” è l'unione di tutti i generi metal resi uniformi tramite un sound ed una tecnica moderna e completa. La scelta è stata fatta per dare libero sfogo creativo a tutti i componenti della band in quanto arriviamo da percorsi metal differenti, per creare canzoni dal sound innovativo e ampio, ma diretto.


3. Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)? 
“Fear Between Crowd” (da cui l'acronimo e nostro logo FBC), letteralmente tradotto significa Panico tra la folla. Questo nome lo abbiamo scelto perché rappresenta lo spirito del nostro genere musicale e per le tematiche affrontate nei nostri testi, tematiche che non sempre vengono comprese ed affrontate ma per lo più ignorate dalla gente comune, affermando che la paura è la matrice nascosta delle scelte nella società d'oggi, o almeno nella stragrande maggioranza di esse, importanti o meno che siano.



4. Avete pubblicato qualche album?
Più che un album è un EP, visto che contiene solo 5 canzoni: 

Com'è nato. 
Manuel voleva fare delle demo tape dei pezzi che avevamo composto fino a quel momento, in modo da avere una visione completa dei brani, per eventuali modifiche per poter rendere le canzoni definitive in vista di un EP promozionale. In seguito ascoltando le canzoni registrate ci rendemmo conto che la qualità non era per niente male, viste anche le nozioni di home recording che Manuel aveva imparato tramite dei corsi. Così decidemmo di portare le registrazioni al massimo della qualità che potevamo permetterci e dopo alcuni mesi di lavoro l'EP prese finalmente forma.

Significato del nome dell’album. 
Abbiamo deciso di chiamarlo come il nome della nostra band, perché lo scopo di questo lavoro serviva solo a promuoverci e a farci conoscere.

Significato della copertina. 
Il pianeta in fiamme rappresenta il mondo che cambia, cioè un mondo apparentemente bello su cui vivere che, in seguito al nostro logo che si marchia su di esso, viene privato del velo che lo ricopriva e che nascondeva la verità, cioè un mondo degradato che necessita di un cambiamento radicale. Abbiamo scelto il fuoco perché secondo noi era l'elemento più metal che potesse rappresentare un rinnovamento. 


Parla della storia.
I testi raccontano le vicende di un ragazzo che, dopo lunghe riflessioni, si rende conto di ciò che accade intorno a lui e quindi decide di agire per cambiare lo stato delle cose. Ovviamente è solo un frammento di una storia più grande che abbiamo intenzione di raccontare in quello che sarà il nostro primo album.

Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta? 
Il disco è stato auto-prodotto. Infatti abbiamo utilizzato la strumentazione di Manuel per le registrazioni, mentre per tutto quello che riguarda grafica e stampa abbiamo attinto dalle nostre modeste finanze, approfittando di ottime offerte che ci siamo trovati davanti e pagando le varie cose in momenti differenti così da poter avere comunque un po' di respiro.

Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali? 
Le difficoltà, dovendo arrangiarci per tutto, non sono mancate. Principalmente abbiamo avuto difficoltà nelle tempistiche di registrazione dovute ai vari impegni personali dei componenti. Poi ovviamente non sono mancate difficoltà a livello economico perché non disponevamo di un grande budget.

Progetti futuri?
Abbiamo intenzione di realizzare un full-lenght che racconti completamente la storia introdotta dall'EP: in pratica un concept album. Inoltre a breve dovremmo realizzare un video-clip di un nostro brano insieme al remaster dei brani dell'EP.


5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
Con l'avanzare della tecnologia, le band emergenti hanno maggior possibilità di registrare un disco per conto proprio, quindi per le etichette non conta quasi più nulla che una band abbia un disco all'attivo, perché appunto non è più una cosa che possono fare in pochi come lo era qualche anno fa. Infatti ora vogliono band che oltre ad un disco di alta qualità abbiano anche un video online ; questo significa che le etichette cercano band che abbiano del capitale sottomano da poter spendere. A causa di ciò, non ci sono più molte case discografiche che aiutano le band emergenti, ma sono le band stesse che devono arrangiarsi per essere prese in considerazione . Solo qualche etichetta indipendente dà una mano alle nuove band; quindi secondo noi bisogna arrangiarsi per farsi conoscere, tirando fuori i soldi di tasca propria per essere scelti dalle case discografiche in modo da compiere il grande passo. Dopo tutto questo iniziano a darti una mano, ma difficilmente lo fanno prima.


6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Per prima cosa ci sono le istituzioni cristiane, le quali considerano il metal (o il rock in generale) come una cosa da demonizzare. Questo perché vedono le tematiche e lo stile di vita tipici del metal come un qualcosa di satanico e negativo. Questo è indice di come le istituzioni cristiane vivano di stereotipi e di chiusura mentale, elementi che sono dovuti alla loro paura di confrontarsi con qualcosa di diverso.
In secondo luogo, con un minimo riferimento anche al nostro paese, c'è la gente “normale” che vive di TV e radio. Queste persone, infatti, considerano indice di alto tenore di vita sociale ciò che i mass-media propongono. E' dunque difficile che queste persone riescano ad avvicinarsi ad un genere estremo e di nicchia come il nostro, poiché viene tenuto poco o nulla in considerazione dai media nostrani in quanto (in termini di mercato) il metal è ritenuto un investimento poco sicuro. Perciò vengono favoriti club o discoteche a discapito di live pub o comunque di locali che fanno suonare musica rock o metal.


7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo? 
Come spiegato prima il nostro genere è l'unione di più tipi di metal, perciò tutti noi della band abbiamo influenze diverse che cerchiamo di mettere dentro alle nostre canzoni. Di conseguenza elencare per ogni componente tutti i gruppi che lo hanno influenzato sarebbe troppo lunga. Diciamo che i gruppi principali che ci hanno influenzato sono: Threat Signal, Trivium, Five Finger Death Punch, Solution .45, Scar Symmetry, Killswitch Engage, Pantera, Lamb Of God e All That Remains. Tutti questi gruppi ci hanno influenzato per le tematiche da loro trattate, per i sound estremamente aggressivi, ma con sfaccettature melodiche molto coinvolgenti (ad eccezione dei Lamb Of God) e soprattutto per il loro tecnicismo. Così noi, oltre alle influenze di ogni componente, cerchiamo di incorporare queste caratteristiche nel nostro sound.


8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
Marco: La passione del canto è cominciata andando ad ascoltare una delle prove del mio attuale gruppo. Non cantavo un gran che all'epoca per le cover che suonavamo nel repertorio, però anche se non ero molto bravo mi sentivo all'altezza del ruolo. La vera passione è sbocciata quando ho iniziato a prendere lezioni di canto (che frequento tutt'ora), per arrivare ad essere un cantante più completo! In seguito sono migliorato molto e ciò mi ha unito di più sia al mio gruppo che alla mia passione per il canto. Ho scelto la voce come strumento perché tramite essa riesco ad esprimere e a dare emozioni a delle semplici frasi che magari solo lette non averebbero lo stesso significato emozionale.

Luca: Fino all'età di 13 anni della musica non mi importava un gran che, diciamo che ascoltavo quello che capitava. Tutto ebbe inizio un giorno a casa di un mio amico, suo fratello più grande stava ascoltando Carry on dei Manowar, in quel preciso istante quel suono, quel genere musicale mi entrò dentro in maniera indelebile. Nei mesi successivi iniziai ad ascoltare metal, rock, hard rock, blues e tutti i loro generi derivanti, così un giorno ascoltai Sweet child o mine dei Guns and Roses e vedere Slash, il suo aspetto, la sua melodia e come faceva cantare la chitarra nelle altre sue canzoni mi ha fatto amare lo strumento, così iniziai a suonare la chitarra e a prendere lezioni dal mio attuale maestro e amico Andrea Martongelli (Arthemis), grazie a lui affinai la tecnica e imparai a dare voce al mio strumento. Col passare degli anni completai la mia sacra triade: Slash, Zakk Wylde e Eddie Van Halen, dall'unione dei quali nasce il mio sound e stile cioè ritmiche graffianti e veloci con assoli melodici utilizzando per entrambe le cose le tecniche tipiche dei 3, armonici artificiali, tapping e legati. Grazie a tutto ciò la chitarra e la musica rimangono l'unico mezzo per esprimere la mia anima e le mie emozioni per questo l'ho scelta, grazie ad essa posso dar voce alle parole che non si riescono ad esprimere a voce.

Manuel: L'input iniziale diciamo che me lo diede mio padre quando avevo 6 anni poiché anche lui suonava la chitarra, infatti provengo da una famiglia dove la musica ha ricoperto un ruolo fondamentale. La scelta dello strumento è avvenuta principalmente perché mi era già familiare sin dalla tenera età e pian piano mi sono reso conto che si trattava dello strumento con cui riuscivo ad esprimere meglio ciò che provavo. Grazie a tutto ciò è cresciuta la mia passione per la chitarra portandomi ad approfondirne tutti gli aspetti.

Vanni: E' nata quasi per gioco poiché è stata una necessità di un mio amico, nonché ex compagno di classe, trovare chiunque avesse voglia di suonare il basso. Prima di quel giorno, di intraprendere qualunque attività musicale nemmeno mi era mai sfiorata per la testa ma quando per il mio 15esimo compleanno mi comprai il mio primo basso insieme ad un “amplificatorino” per la modica cifra di 150 euro, cominciai (da autodidatta) a sviluppare tecnica e passione per lo strumento. Ciò che mi convinse a mantenere il ruolo di bassista per sempre invece di passare alla chitarra, la quale offre più visibilità e più “suonabilità” per così dire, non é stato un qualche motivo in particolare ma piuttosto una persona in particolare cioè Steve Harris, che negli Iron Maiden ha fatto e FA tutt'ora la differenza col suo talento compositivo più che tecnico, come potrebbe essere a differenza un Billy Sheehan (Mr. Big); quest'ultimo assieme a Jhon Myung (Dream Theater) mi hanno spronato ad usare il mio strumento in maniera molto più tecnica fino a far diventare leggermente “piacevole” imparare sempre più cose per poter poi esprimerlo al 110% nelle composizioni delle nostre canzoni quasi come un dovere di qualunque metallaro al giorno d'oggi visto il tasso tecnico elevatissimo.

Giacomo: La mia passione per la batteria è nata quando avevo 8 anni, grazie alla mia passione per la musica decisi di iniziare a suonare tal strumento perché mi affascinava il suono e la sua imponenza.
Da quel momento fino ad oggi rimane la mia passione più grande.


9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti? Marco: Quando ho l'occasione suono la batteria ma non seriamente, però mi piacerebbe molto imparare a suonarla insieme alla tastiera/pianoforte quest'ultimi per i miei esercizi quotidiani di canto.

Luca: Nella mia band oltre alla chitarra faccio anche da seconda voce, cantare mi è sempre piaciuto e dopo aver preso alcune lezioni ho iniziato anche a cantare, ma grazie a Marco continuo a crescere e ad imparare anche ad usare la voce come strumento. Oltre a questo ho in progetto di imparare a suonare la tastiera/piano perché mi piace il suono e le melodie che si possono creare con tali strumenti.

Manuel: Non suono altri strumenti, anche se per un po' ho preso lezioni di canto (che dovrei riprendere perché c'ho perso la mano :D). Non mi dispiacerebbe imparare a suonare un po' la tastiera o il pianoforte, perché sono molto utili soprattutto sul piano della composizione.

Vanni: Più che suonare è un “strimpellare” la chitarra classica ed elettrica ( dei miei chitarristi ovviamente XD). Se potessi vorrei imparare a suonare il pianoforte oppure il violoncello/violino...non saprei specificare.

Giacomo: Oltre alla batteria suono la chitarra a livello autodidattico, ma vista la mia passione per la musica mi piacerebbe imparare anche a cantare e a suonare molti altri strumenti. 


10. Il live che più vi ha emozionato.
Marco: Il live che più mi ha emozionato è stato quello a Vigasio (VR), perché ho notato l'unione vera della band e la nostra continua crescita musicale. Soprattutto per le soddisfazioni ricevute, tramite gli apprezzamenti del pubblico dopo anni che abbiamo duramente cercato di dare voce alla nostra band.

Luca: Il live a Vigasio (VR) rimane tra quelli più importanti perché ho visto i frutti del duro lavoro fatto in tanti anni e la realizzazione del mio sogno di avere una band così unita e pronta a crescere ogni giorno insieme a me. Una cosa che sento costante in ogni live è la passione e l'unione che mi danno i miei compagni sul palco e fuori rendendoci una cosa sola.

Manuel: Sicuramente il live a Vigasio (VR), perché sono riuscito a suonare al meglio nonostante la stanchezza e mi sono sentito veramente in sintonia con la mia band, in poche parole eravamo un'entità unica.

Vanni: Decisamente il primo con la prima formazione in quanto eravamo gli unici in quella giornata, che se non ricordo male era un saggio di scuole di musica, a proporre qualche brano metal, per cui tutti i metallari del circondario aspettavano solo noi XD. Non c'era il cosiddetto “pienone” però la platea era molto affollata e con la tensione della “prima volta” in cui suonavo ciò che mi piaceva seriamente con componenti all'altezza per quanto riguarda tecnica e rapporto personale, oltre alle acclamazioni dagli spettatori fanno il resto.

Giacomo: Per ora visto che abbiamo alle spalle solamente pochi live indubbiamente il live a Vigasio (VR), perché ho suonato particolarmente bene e insieme al mio gruppo avevamo molta adrenalina in corpo quindi in poche parole è stata UNA FIGATA.


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
Dipende dal tipo di persone, quelle dalla mentalità aperta nei confronti della musica lo vedono come un punto d'incontro comune per liberarsi dalle problematiche di vita e dalla pressione quotidiana; mentre per tutte le altre persone viene considerata come una musica per persone “diverse”, soggetti senza un futuro ed un fine ben preciso, questo solo perché quest'ultimi hanno paura di ciò che è diverso dal loro standard abitudinario. L'unica giustificazione a tal pensiero è l'immagine che non solo il metal, ma il rock in generale ha sempre dato di sé stesso: cioè ambiente saturo di alcool e droghe pesanti o meno che portano allo sbando chi sceglie una professione musicale, cosa che a nostro parere è quasi ormai estinta e a quei tempi era forse giustificabile poiché aiutava le vendite dei dischi, infatti, era di moda qualunque cosa potesse offrire la sensazione di ribellione alle regole.




12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Sicuramente! I motivi sono più di uno:
-La mentalità in alcuni stati dell'estero è più aperta e predisposta ad un genere particolare come il metal;

-All'estero ci sono molti più locali ed eventi che danno la possibilità alle band di emergere;

- In Italia purtroppo non si può emergere facilmente perché la mentalità è stata plagiata, tramite la trasmissione e la commercializzazione 24 ore su 24 dei media tramite talent-show e reality-show dei quali non ci degniamo neanche di fare i nomi!!!

-L'affermazione precedente non è altro che il risultato di una mentalità, non solo musicale, che non ha mai voluto evolversi in maniera considerevole ( come il solo imparare l'inglese, che include quasi tutto il panorama metal dei testi musicali) ma che, come da italiani D.O.C., ha sempre messo il se stesso come priorità, e quindi trasmette un senso di adeguazione ai gusti altrui pur di non rischiare di cadere nell'oblio del rifiuto o dissenso, e quindi nella solitudine.

-Quelli che potrebbero essere festival di un immensa gamma di generi musicali sono da sempre rimpiazzati con sagre di paese in cui suonano SEMPRE orchestre di liscio per cui parteciperanno SEMPRE e solo anziani (almeno per quel che riguarda la nostra provincia).

-Per finire in Italia la musica è stata commercializzata e venduta sempre tramite programmi televisivi o scelte commerciali dai quali nascono “artisti” con le solite canzoni scritte a tavolino e frasi senza senso affrontando tematiche scontate e futili, quando in realtà nei bar di paese si possono trovare artisti migliori di essi, come le band che cercano di emergere.



Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^
Grazie a te per l'opportunità che ci hai offerto, e a tutti coloro che ci sostengono STAY METAL \m/


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venerdì 5 luglio 2013

Intervista Hypnotheticall



HYPNOTHETICALL





Formazione attuale
Marco Ciscatovoce
Davide Prettotastiere e synth
Mirko Marchesini chitarra solista/ritmica
Giuseppe Zaupachitarra solista/ritmica
Luca Capalbo basso
Francesco Trescabatteria e percussioni


Luogo di provenienza.
Veniamo tutti da comuni limitrofi della provincia di Vicenza, anche se il bassista è originario della Puglia.





1. Com'è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?
Gli Hypnotheticall nascono nell'inverno del 1999 dall'incontro del cantante Francesco Dal Barco. Il batterista Paolo Veronese e il chitarrista Giuseppe Zaupa, l’unico e attuale membro della formazione originale. Grazie all'eterogeneità degli ascolti musicali, viene deciso di dare vita ad uno stile tecnico ma ricco di emozioni.
Il primo risultato di questo connubio avviene con la pubblicazione del demo "In Need Of A God?", un cd da 3 tracce registrato nel febbraio 2002.
Nell'aprile dell’anno successivo la band registra 6 nuove tracce dando vita al secondo demo autoprodotto: “Thorns”.
Durante questi anni, il trio originale degli Hypnotheticall sperimenta varie soluzioni musicali oltre che musicisti (soprattutto bassisti); con l’arrivo di Mirko Marchesini come seconda chitarra, la band ancora una volta riparte da zero con sperimentazioni tecniche e sonorità alternative. Il nuovo arrivato, grazie anche all'ispirazione di gruppi quali Tool, Meshuggah, King Crimson, A Perfect Circle, Rush, Sieges Even and Pain Of Salvation dona una nuova spinta al gruppo che lo incammina verso la produzione del primo promo-cd (“Promo 2006”).
All'inizio del 2008 la band acquista dinamicità e stabilità compositiva con l’arrivo del nuovo bassista Luca Capalbo, già militante negli ex “Glory Blister”. L’assetto definitivo dura pochi mesi perché il batterista originario lascia la band cedendo il posto a Francesco Tresca, già batterista della britannica power-metal band “Power Quest” e l’attuale “Arthemis”.
La rinnovata capacità compositiva degli Hypnotheticall porta la band in studio a registrare il primo album ufficiale: “Dead World”, distribuito dall'etichetta polacca Insanity Records nell’ottobre del 2009. Pochi mesi dopo la pubblicazione del nuovo album, il cantante lascia la band.
Dopo circa 10 anni di sperimentazioni e variazioni di line-up, la band raggiunge la formazione attuale con l’introduzione di un nuovo strumento attraverso il tastierista Davide Pretto, ex compositore dei Geode, Naif e tastierista della tribute band “Synesthesia” il quale porterà dentro la formazione la nuova voce degli Hypnotheticall: il giovane Marco Ciscato.
Grazie all'avvento delle tastiere e all'ispirazione a gruppi quali Porcupine Tree, Dream Theater, Symphony X e OSI (per citarne alcuni) la band è pronta per dare vita ad un rinnovato stile compositivo che sfocerà nella pubblicazione nel febbraio 2013 del secondo album ufficiale “A Farewell to Gravity”.
Attualmente la formazione è stabile, e grazie all'eterogeneità dei gusti musicali dei vari membri, il processo creativo è completamente sperimentale e innovativo, dando vita ad un genere molto particolare inquadrabile come progressive-metal sperimentale. Dal 2013 gli Hypnotheticall hanno firmato un contratto con l’italiana Logic(il)Logic, label adibita a distribuzione e promozione.


2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
Come espresso sopra, il genere più direttamente coinvolto è il progressive, con tonalità fortemente metal e sperimentazioni a livello di ritmiche, sonorità e strutture compositive. Ogni membro partecipa attivamente al processo compositivo proponendo le sue influenze che variano parecchio da membro a membro comprendendo quasi l’intero panorama musicale esistente.


3.Che significato ha il nome del gruppo? Com'è nato (il nome)?
Hypnotheticall: è un gioco di parole generato dalla fusione dei due termini inglesi “hypothetical” – ipotetico e “hypnotic” – ipnotico con l’aggiunta di un “l” finale che ricorda così il termine “call” – chiamata.


4. Avete pubblicato qualche album? 
Se sì :
Com'è nato.
Significato del nome dell’album.
Significato della copertina.
Parla della storia.
Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta?
Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Progetti futuri?

Gli album attualmente in distribuzione su tutti i vettori musicali online sono 2: “Dead World”, 2009, e “A Farewell to Gravity”, 2013. Dead World è stato composto per metà dalla vecchia formazione e registrato agli Hate Studio di Rosà; non presenta le tastiere e tratta temi di attualità, soprattutto cronaca. E’ stato autoprodotto, mentre la precedente etichetta si è occupata della parziale distribuzione. L’ultimo album A Farewell to Gravity è stato autoprodotto ed attualmente è distribuito dalla nuova etichetta Logic(il)Logic insieme al precedente lavoro discografico. E’ stato registrato nell'estate del 2012 presso il Remaster Studio di Vicenza con la collaborazione di Alessio Garavello (setup, incisione ed editing batteria e percussioni) e Luca Dal Lago che ha seguito l’editing e la registrazione di tutti gli altri strumenti. Il master del disco è stato fatto da Antony Lim negli studi di Londra. AFTG è rappresentato da una copertina che incarna la maggior parte degli elementi dei brani in esso contenuti; l’universo che fa da sfondo alla copertina è richiamato dal brano “From the universe beyond” con al centro della galassia il fulcro dell’albero della vita collegabile al brano “First draft of a life”. Gli origami che scaturiscono da tale albero sono citati in “Let life be an origami” mentre le radici dell’albero rappresentano il kraken, citato nella traccia “When the kraken comes”. L’assenza di gravità dello spazio che fa da sfondo richiama il titolo dell’album e dell’omonima traccia.
Per quanto riguarda i progetti futuri… abbiamo molte idee e brani già pronti a cui stiamo lavorando, perciò non escludiamo che in un futuro prossimo si torni in studio per il terzo disco ufficiale.


5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
Questa domanda, ovviamente, 30 anni fa suonava diversa in quanto è più una problematica attuale. In un periodo storico dove l’acquisto di album musicali è in ribasso e tutti scaricano dalla rete, anche le realtà più famose faticano a promuovere i loro lavori. Così le case discografiche non finanziano più per le piccole realtà come noi. Una buona parte delle band emergenti si finanzia in toto per anni finché non vengono “scoperti” o per meccanismi propri del mercato musicale “esplodono”. Noi facciamo un genere di nicchia per certi versi e la cosa si complica… variabili come il genere musicale e il paese d’origine della band contribuiscono alla riuscita/non riuscita del successo della band. Come si sa il bel paese è famoso per appoggiare un realtà più commerciale e cantata in lingua madre piuttosto che gruppi sperimentali anglofoni. Così il panorama di una nota rockstar italiana è molto più considerato rispetto alla musica straniera. Da qui si origina un circolo vizioso che vede le case discografiche nazionali a privilegiare il classico pop-rock piuttosto che un gruppo emergente dal genere sperimentale. Così siamo costretti a rivolgerci maggiormente al mercato estero e a labels straniere.


6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Nessuno in particolare che noi conosciamo. E’ più un discorso di cultura musicale, come dicevo sopra. Basta girare un po’ per locali di altri stati per rendersene conto; è tutto il sistema italiano che non favorisce il metal rispetto ad altri generi. Realtà come il Gods of Metal rischiano di scomparire tanto che l’edizione di quest’anno è saltata; all'estero la musica trova ugual spazio in tutte le sue forme.


7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?
Come detto nella biografia, i componenti degli Hypnotheticall provengono da un background di ascolti musicali eterogeneo. Si va dagli anni ’60 alle band moderne meno note, passando dal progressive italiano di gruppi quali “Balletto di Bronzo” e “Locanda delle Fate” al trash metal sperimentale dei “Meshuggah”. Principalmente direi che i gruppi che ci influenzano di più a livello generale sono i Tool, Pain of Salvation, Porcupine Tree, anche se ogni componente ha una rosa di ispirazione propria.


8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
Personalmente (Davide Pretto, tastiere e synth) è stato mio padre a mandarmi a lezioni di pianoforte quando avevo 7 anni. Dopo circa 10 anni ho lasciato gli studi per iniziare a suonare con gli amici nelle prime cover band. Da qui è nata la vera passione per la musica che mi ha portato a dove sono ora, con collaborazioni varie, progetti musicali e 3 album discografici. Per gli altri membri l’approccio è stato più una scelta personale essendo avvenuto in età più matura.


9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
Ad un certo punto subentra la voglia di cambiare. Ecco perché il nostro batterista è anche un chitarrista, mentre sia Mirko che Luca suonano la batteria oltre che i loro strumenti. Io vorrei imparare il basso, così sono libero di muovermi e lasciare la mia postazione che purtroppo è sempre fissa e ciò mi vincola dal muovermi e comunicare il ritmo e l’energia. Magari in un lontano futuro…


10. Il live che più vi ha emozionato.
Il live che più ci ha emozionato è stato l’estate scorsa, il Villazza Rock Festival, evento locale nel capoluogo della nostra provincia (VI). Organizzazione incredibile, un palco mozzafiato da 18 metri dove poter muoversi, uno staff tecnico professionale che ci ha regalato suoni degni del nostro genere e ovviamente il pubblico. Quasi un migliaio di persone che ti guardano e ascoltano seguendo nota per nota non sapendo cosa avviene dopo…


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
Questa domanda si collega alla n.° 6 se riferito al nostro paese, in quanto solo in Italia il rock/metal è visto un po’ sottotono e non considerato come gli altri generi. Mi ricordo un’immagine curiosa di una coppia di tedeschi anziani, sull’ottantina d’anni, con la maglietta dei “Cannibal Corpse”. Questo sta a indicare che all'estero sono di “vedute più larghe”, con meno restrizioni.


12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Per lo stesso motivo che ho già detto sopra nei vari punti. Bisogna girare un po’ il mondo per rendersene conto. Complice anche il fatto che la maggior parte delle band che fanno metal cantano in Inglese, il metal al di fuori dell’Italia è più blasonato! Ti riporto 2 esempi personali della band. L’anno scorso siamo andati a Londra per fare il mastering dell’ultimo album; alla fine della sessione di master siamo usciti con il tecnico dello studio e ci ha portato da amici. Hanno voluto a tutti i costi sentire l’album come suonava e sono rimasti basiti di come in Italia non abbia riscosso la stessa attenzione visto che al solo impatto merita di essere divulgato ovunque cosa che in Italia passa abbastanza inosservato. Il secondo esempio che ti riporto è l’attenzione delle web magazine e giornali metal verso di noi. La nostra etichetta ci promuove in tutto il globo: la quantità (e la qualità – intesa come votazione) maggiore proviene dalle webzine estere olandesi, tedesche, polacche principalmente. Perché? In Italia il disco non è ancora stato “capito” bene (e mi verrebbe dire “ascoltato”) visto l’analisi che ne viene fatta. Così ci ritroviamo spesso valutazioni più basse rispetto all'estero che toccano punte di 9 punti su 10.





Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

CIAO JASMEN (bel nome tra l’altro!) non vediamo l’ora di conoscerti dal vivo fra un mese, un saluto dagli HYPNOTHETICALL, \m/















































































giovedì 4 luglio 2013

Intervista Apocalyptic Salvation




APOCALYPTIC SALVATION





Formazione: 

Voce: Sandro Capellini
Chitarra ritmica: Gabriele Principe
Chitarra solista: Fausto Martinelli
Batteria: Alan Denti
Basso: Giovanni Morsiani

Luogo di provenienza: Reggio Emilia





1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione? 
Il gruppo è nato da Gabriele ed Alan, unici membri della formazione originale. Dopo un primo cambio di lineup registrammo il primo demo (Beginning of Destruction) ed il primo disco (Celebration of Destruction). Da 3 anni sono entrati anche Sandro, Giovanni e Fausto. All'inizio suonavamo un death metal più essenziale, con l’ultima formazione invece gli stili coinvolti sono aumentai, quindi anche la maturità dei nostri pezzi…


2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto? 
Thrash\Death metal. Cerchiamo di suonare la cattiveria e il ritmo del Thrash mischiandolo con la potenza e la violenza del Death. Quello che ci viene dal più profondo delle budella!


3.Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)?
Il nome significa che l’unica salvezza per questa schifosa umanità corrotta e malsana è l’apocalisse.


4. Avete pubblicato qualche album? 
Si, un demo, un album e l’anno scorso un EP.
Vi parliamo del nostro ultimo lavoro, l’EP Skulls’ Collector!

--> Com’è nato?
In pochi mesi abbiamo partorito queste quattro canzoni, ci piacevano molto tutte e quattro, avremmo potuto aspettare di fare un CD completo ma avevamo troppa voglia di andare in studio e fissarle su disco, quindi vai con l’EP!

--> Significato del nome dell’album. 
È il titolo dell’omonima canzone

--> Significato della copertina.
Idem, rappresenta un collezionista d’ossa umane.

-->  Parla della storia. 
Storia di un serial killer, dedito a catalogare ed archiviare le ossa delle sue vittime.

-->  Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta? 
Autoprodotto e, con un po’ di orgoglio, abbiamo fatto il sold out della prima stampa.

--> Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali? 
No, questo EP è stato un grande successo, è piaciuto ai fan, alla critica e anche a noi!

-->  Progetti futuri? 
Nuovo full lenght!

--> Avete già qualche idea? 
Certo, ma non vogliamo dire più di tanto, 10\11 canzoni, pura cattiveria sullo stile dell’EP!


5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge? 
Molto difficile. Il problema per le case discografiche è ovviamente che nessuno o quasi compra cd, quindi faticano a guadagnare. Se non sei un gruppo affermato, e che quindi può portargli certamente dei guadagni, ti chiedono soldi in cambio della produzione.
Tra l’altro la produzione, senza una dovuta pubblicità e promozione, serve il giusto….
Li capiamo poveracci, devono campare anche loro, ma pagare per pubblicare la propria musica non è di certo il sogno che ogni adolescente ha quando decide di cominciare a suonare in una band.


6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Non crediamo ci sia qualcuno in particolare. E se per caso c’è, che si fotta!

7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?
Sul lato Thrash metal certamente Slayer, Kreator e Sepultura, le band più cattive, maligne, che ti insegnano come tenere il ritmo alto nelle canzoni, che non ti danno tregua. Sulla parte più Death metal nominiamo Hypocrisy e Cannibal Corpse…che atmosfere!


8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello? 
Bella domanda, ognuno di noi ha cominciato da adolescente, ascoltando metal, la voglia è sempre quella di diventare come i tuoi idoli!


9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti? 
Tolto il nostro cantante Sandro che sa suonare tutti gli strumenti ( chitarra, basso e batteria) gli altri sono tutti mono strumentisti.


10. Il live che più vi ha emozionato. 
C’è ne sono stati tanti, ultimamente abbiamo suonato dalle nostre parti con i Modern Age Slavery, che oltre essere nostri grandi amici sono proprio, proprio bravi. È stata una serata bellissima. Ah, dimenticavo, anche dividere il palco con i Destroyer666 e in un'altra occasione con i Tyrant’s Blood è stato grande, suonare con band di caratura internazionale è sempre bellissimo!


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone? 
Il rock è ampiamente tollerato\ascoltato. Per il metal è un discorso diverso, molta gente non sa neanche che esiste il metal estremo. Ovviamente chi lo ascolta solitamente storce il naso, meglio no? Pochi ma buoni, il metal estremo esige appassionati con i contro cazzi!


12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Finché sei una band emergente hai più possibilità in Italia probabilmente, i costi per farsi conoscere all'estero sono spesso proibitivi. Se invece sei affermato è diverso, all'estero ci sono molto più fan!
Ragazzi continuate a supportare il metal Italiano e non solo, puntiamo a rilasciare nuovo materiale con il quale fracassarvi le orecchie il prima possibile! Nel frattempo se siete in zona veniteci a vedere nei nostri concerti, non deluderemo!

Grazie a tutti e horns up! \m/

Apocalyptic Salavation

www.faceboom.com\apocalypticsalvation



giovedì 14 marzo 2013

Intervista Days Before July



DAYS BEFORE JULY


Formazione
Pierpaolo PattaroVoce, Chitarra
Martino PosenatoChitarra solista, seconda voce 
Lorenzo GirardiBasso 
Nicola Zonato - Batteria

Luogo di provenienza
Est veronese





1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?
Siamo nati dopo un’assemblea/concerto di fine anno, nel 2008, della scuola che frequentavano Nicola , Lorenzo e Martino. Io (Pierpaolo) e Martino siamo cugini e decisi di andare a sentire questo concerto. Martino dopo la serata mi fece conoscere i suoi due compagni di scuola e i gusti musicali tra noi quattro erano molto simili. Così decidemmo di provare a formare una band.
Non ci sono stati mai stati cambiamenti di formazione e mai ci saranno perché se dovesse in qualche modo sorgere qualche problema interno alla band e comportasse l’abbandono di un componente cambieremmo nome per rispetto di ciò che è ora la band.



2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
Fatico molto a dare un nome al genere che facciamo. Affondiamo le radici nel rock, per lo più moderno; Ascoltiamo metal, pop, jazz e cantautorato italiano. Cerchiamo di non limitarci ad un genere e di sperimentare. Per questo definiamo il genere semplicemente Rock alternativo italiano.



3. Che significato ha il nome del gruppo? Com'è nato (il nome)?
Il nome significa "Giorni Prima di Luglio" e ha due significati. Uno è quello un po’ più semplice: è il periodo in cui abbiamo fatto le prime prove. Il secondo si focalizza sull'aggettivo Before (Prima) e indica un’aspettativa, un qualcosa che devi perennemente aspettare e per questo volevamo bloccare quella sensazione di perenne attesa nel nome, collegandolo a Luglio, un mese che a noi ha dato molte soddisfazioni ma che sono arrivate grazie a tutto ciò che abbiamo seminato ‘prima’.



4. Avete pubblicato qualche album?

Com'è nato. 
L’album è frutto di 2 anni in cui abbiamo avuto modo di conoscerci, di crescere e di scegliere una strada personale. Sono 10 tracce tutte in italiano, scritte nei primi anni di prove.

Significato del nome dell’album.
“L’ultimo giorno”. Volevamo focalizzare il tema dell’intero album sullo scorrere del tempo, inteso come insieme di scelte, di errori, di gioie e dolori. Prima o poi ci si scontra con se stessi e si arriva ad un punto in cui si devono fare delle scelte drastiche.
Abbiamo portato tutto questo ad un ipotetico ultimo giorno, l’ultimo momento per capire che cosa abbiamo fatto fino a quel punto, cosa avremmo potuto fare e quante piccole cose si sarebbero potute apprezzare e che invece abbiamo sorvolato per cercare qualcosa che fosse più importante, più prezioso confrontandoci soprattutto con gli altri e nascondendo invece un bisogno e un benessere nostri.

Significato della copertina.
La copertina rappresenta una stessa persona che compie diverse scelte e ha un diverso approccio alla vita. Una mano si allunga per raggiungere ciò che vuole, ciò per cui vive, una mano aspetta passiva che qualcosa gli accada e una mano si ritira accontentandosi di ciò che ha già per paura di rischiare e perdere tutto.

Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta? 
Si, abbiamo auto-prodotto il nostro disco con l’aiuto di un amico che ci ha aiutati a registrare il tutto in studio.

Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Essendo auto-prodotto per noi è stata dura inizialmente per riuscire a metterci in carreggiata, vista la novità per quanto riguardava lo studio registrazione. Poi abbiamo capito i principali meccanismi della registrazione e tutto è stato più semplice e divertente. Ci ha uniti molto.

Progetti futuri?
Pensiamo di portare l’album in giro ancora per un po’ e poi di prenderci una pausa per scrivere pezzi nuovi, che abbiamo già cominciato a comporre.



5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
E’ abbastanza difficile se si fa tutto di fretta, se non si hanno i giusti agganci e un bel po’ di soldi messi da parte. Oramai sono poche le etichette che investono sui gruppi emergenti visto l’andazzo del mercato discografico. Il web fa da padrone ed è pieno di realtà musicali molto valide che vengono scartate per privilegiare chi ha già un seguito mediatico o chi può comprare il proprio successo.



6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Sicuramente il metal non è un genere che ha un grande popolarità in Italia, guardando al passato culturale del nostro paese. Credo che il nostro più grande problema è che ci accontentiamo. Ci accontentiamo di quello che ci viene imposto. E’ un paese che vuole farci credere di essere liberi, ma siamo schedati ed etichettati non appena facciamo, pensiamo, diciamo qualcosa che non sia ortodosso per la nostra società. Si dovrebbe dare spazio a tutti, aldilà delle differenze di pensiero.



7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo? 
Sicuramente ci hanno influenzati molto i System of a Down, di cui siamo tutti e quattro dei fans sfegatati ma anche i Nickelback, i Biffy Clyro e molti altri. E per quanto riguarda l’Italia i Linea 77, Fabrizio De Andrè e tantissimi altri.



8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
Io e Martino, essendo i nostri padri chitarristi, siamo cresciuti con chitarre in giro per casa e un giorno ci siamo incappati. Per gli altri vale lo stesso credo. Dovrei informarmi!



9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
Studio canto ma vorrei imparare a suonare decentemente la tastiera. Martino è un bassista mancato. Lorenzo è un DJ provetto e Nicola è un tutto fare (male, ma fare).



10. Il live che più vi ha emozionato.
E’ stato il giorno in cui abbiamo presentato il nostro primo album. Un giorno indimenticabile. Tutti cantavano i nostri pezzi con noi, siamo stati a parlare con chi ci aveva sempre supportati fin dall'inizio e ci seguiva spessissimo durante i nostri concerti. Quella notte non abbiamo dormito, eravamo davvero emozionati.


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
Il rock e il metal sono generi che hanno il loro seguito e che non moriranno mai. La gente ha bisogno del rock e del metal, perché per ogni pensiero che non riesci ad esternare, c’è una canzone che lo fa per te. Lasciamo che la gente ci guardi storto, non è dato loro sapere.



12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Assolutamente si. Perché fuori dai confini italiani il pensiero è riconosciuto in ogni forma e genere. Questo non riguarda solo la musica ma l’arte in generale!







Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

GRAZIE A TE ;)


giovedì 13 dicembre 2012

Intervista Twintera



TWINTERA



Formazione.

Fabio Merzi (vocals)
Simone Zanoni (lead and rhythm guitars)
Al Pia (lead and rhythm guitars)
Stefano Fava (bass)
Massimo Bellamoli (drums)


Luogo di provenienza. 
Grezzana (VR)



1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione? 
Il gruppo è nato da una grande passione in comune per la musica e da una grande amicizia prima di tutto. Dal 2005 la line-up è rimasta invariata ma già negli anni precedenti avevamo cominciato con tanto entusiasmo e determinazione a suonare come “garage band” stretti da un grande rapporto tra noi stessi e con il rock. Dal 2007 al 2010 invece, si è unito a noi un sesto anello alle tastiere: Matteo “Teddy” Bigon, personaggio fantastico e imprevedibile sia musicalmente che personalmente. Con questa formazione a sei abbiamo prodotto il nostro primo Ep “Demotion”, per poi tornare ad essere un quintetto dopo il trasferimento del nostro Teddy a Londra. La sua unicità comunque è sempre fonte di ispirazione, quindi ci sentiamo ancora un po' in sei.


2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto? Facciamo un po' fatica a definire la musica che suoniamo. Lo stampo alla base è chiaramente un heavy metal classico che ci ha sempre accomunati, ma non siamo in grado di etichettarci, né ci piace farlo. Ognuno di noi ha gusti e influenze musicali molto diverse in molti generi diversi, quindi il suono che ne risulta è una commistione delle nostre diverse “personalità musicali” (se così si possono definire), dato che la nostra composizione è sempre collettiva in ogni aspetto. Per questo non è una scelta per noi, ma semplicemente quello che naturalmente ci sentiamo di suonare, senza porci domande o barriere.


3. Che significato ha il nome del gruppo? Com'è nato (il nome)? 
Il nome del gruppo...se lo rivelassimo poi saremmo costretti ad eliminare chi ne viene a conoscenza!!
Il nome in realtà non ha un significato, o meglio, ne ha uno solo per noi dal momento che è nato molti anni fa per una semplice cazzata tra amici...si può dire “cazzata”? Se non si può dire diciamo “storiella scherzosa”. Se qualcuno vuole trovare il suo personale significato può liberamente inventarselo e farcelo sapere, magari è più divertente del nostro.



4. Avete pubblicato qualche album?
Se sì :
Com’è nato.
Significato del nome dell’album.
Significato della copertina.
Parla della storia.
Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta?
Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Progetti futuri?
Non molto tempo dopo aver prodotto il primo Ep ci siamo posti come obbiettivo il primo album per il fatto che la voglia di far venire alla luce la nostra prima vera creazione completa era condivisa da tutti. Proprio durante la composizione abbiamo perso il prezioso supporto della tastiera e questo ci è costato diverso tempo, e ci ha costretti a ricostruire il nostro suono, del quale ora però siamo pienamente soddisfatti e nel quale ci identifichiamo totalmente. “Lines”, il titolo, non è altro che la semplice rappresentazione di quello che secondo noi siamo. Volevamo rappresentare cos'è musicalmente questo album: la commistione degli stili di ognuno di noi che confluiscono in un'unica multiforme ma coerente (speriamo) creazione, così come cinque linee che si intersecano e si intrecciano in diversi modi. La copertina rappresenta artisticamente proprio questo semplice concetto. Avendo lavorato molto duramente per realizzarlo ci auguriamo di poterlo promuovere al meglio, aggiungendo una buona dose di live e magari tentando di oltrepassare anche il confine nazionale.


5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
Crediamo sia generalmente difficile trovare sostegno facendo musica propria, qui e di questi tempi. E' veramente una realtà difficile, ma la voglia di suonare, di divertirsi e di far divertire è sempre la priorità al di là di un sostegno o meno. Escluso questo comunque, per la nostra esperienza personale, possiamo dire che esistono belle realtà che ce la mettono tutta per appoggiare le band emergenti: nel nostro caso la Logic Illogic (etichetta con la quale abbiamo firmato per l'uscita di “Lines”) è un bellissimo esempio di voglia e di entusiasmo nel sostenere gruppi dell'underground come noi e molti altri. Il sostegno è quindi difficile da trovare, ma realtà che credono in quello che facciamo quanto noi esistono.


6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Questa è una domanda difficile forse, ma probabilmente risolvibile con un atteggiamento alla James Hatfield in “Live Shit”. Proviamo a spiegarci meglio anche senza usare tutti i suoi immancabili “fuck”: il nostro spirito, così come quello di moltissime band, è semplicemente andare su un palco, suonare, divertirci, sentirci incredibilmente bene perché stiamo facendo ciò che amiamo fare, goderci “la festa” e cercare di trasmettere, nel nostro piccolo, il nostro entusiasmo e la nostra passione. Se qualcuno non vede di buon occhio tutto questo dal nostro punto di vista non ne ha motivo. Quindi, cerchiamo di farglielo capire!


7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?
Per noi è sempre molto difficile riportare un elenco esaustivo dei gruppi che più ci hanno influenzato. In effetti, nonostante siano davvero svariati i nomi che ciascuno di noi inserirebbe in questa lista, non è mai facile individuare una band che, da questo punto di vista, ci accomuni. Potremmo citare certamente i Megadeth di Mustaine, pur non potendo definire il nostro genere thrash, i Symphony X di Romeo, pur essendo noi molto lontani dall'essere prog o, tanto meno, neoclassici, i Pink Floyd, seppur le atmosfere psichedeliche tipiche del quartetto britannico non siano di certo il nostro punto di forza.
In fase di composizione ci piace poter accingere, seppur in maniera evidentemente involontaria e totalmente libera, alle più svariate fonti e poter godere del differente contributo che ciascun membro della band può portare.


8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
La scelta è dipesa sicuramente da fattori di diversa natura. Se per alcuni di noi ha rappresentato infatti una alternativa a percorsi musicali precedentemente intrapresi, per altri è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Ed ancora, se da una parte, in termini pratici, sono entrate in gioco le possibilità del singolo componente, dall'altra è stata l'influenza delle persone a noi care ad indirizzarci. Le scelte sono spesso fortuite e casuali in questi casi. Certo è che la passione che ciascuno di noi coltiva ad oggi per il proprio strumento è decisamente maggiore di quanto potessimo immaginare agli inizi.


9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
Ad ognuno di noi è capitato, ed in alcuni casi capita ancora, di dilettarsi con strumenti diversi dal proprio. A tal proposito non possiamo non ricordare la nostra ormai celebre versione di "Rockin' in the Free World" a strumenti scambiati. Nonostante questi tentativi ciascuno di noi mantiene comunque una preferenza per il proprio strumento, che, di certo, rimane costante oggetto di studio e ricerca. Del resto si sa: non si finisce mai di imparare in questo campo.


10. Il live che più vi ha emozionato. 
Tra tutte le belle occasioni che ci sono capitate in questi anni, nelle quali abbiamo avuto l'opportunità di affiancare veramente molte band, anche di fama internazionale, ricordiamo sempre con grande emozione quella del maggio 2010 in cui condividemmo il palco con gli svedesi Evergrey. La band, che allora era in tour europeo, rientrava, e rientra tuttora, tra le quelle che hanno avuto maggiore influenza sul nostro sound. Se in quell'occasione ci avessero detto che Tom S. Englund, cantante e chitarrista della band, due anni più tardi sarebbe apparso come guest singer sulla quinta traccia ("Oversight") del nostro album di debutto di certo non gli avremmo creduto. E invece...
Ricordiamo con grande piacere anche la data di release party, tenutasi il 16 novembre scorso. Accorgerci di quante fossero le persone che ci supportano e prendono a cuore questo progetto, giorno dopo giorno, è stato a dir poco emozionante. Indimenticabile. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti di cuore!


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
I pregiudizi non mancano di certo. Ciò che in certi casi appare inaspettatamente poco evidente ai più è che il metal, come il rock e come, del resto, tutti gli altri generi musicali, è un genere dalle mille sfaccettature. Potremmo perderci una giornata intera nell'elencare tutti i sottogeneri emersi negli ultimi trent'anni: thrash, power, prog, groove, ecc. La tendenza è spesso quella di fare di tutta l'erba un fascio in effetti.
Ciò che ci sentiamo di consigliare a coloro che volessero avvicinarsi a questo genere così adrenalinico ed emozionante è di lasciar perdere qualsiasi pregiudizio e farsi travolgere dal metallo!


12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Gli italiani sono famosi ed apprezzati in tutto il mondo per gli spaghetti alla carbonara, non certo per il metal emergente. Pensiamo non si possa affermare, in generale, che il metal nostrano abbia più successo fuori dai confini nazionali. In effetti non è neanche così facile avere la possibilità di esibirsi in terra straniera. Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. Tuttavia fortunatamente anche noi avremo con ottime probabilità il nostro battesimo di fuoco con l'arrivo della primavera (restate sintonizzati!).
Nonostante queste evidenti difficoltà pensiamo che in Italia si faccia del gran metal, che forse non ha ancora ricevuto l'attenzione che merita, sia dentro che fuori dai confini nazionali.








martedì 11 dicembre 2012

Intervista Thyper Furies



THYPER FURIES




Formazione.
JOHNNY THYPER: VOCE
MARIO MONTEVERDE: CHITARRA
ALISON RAYN: BASSO
DANIELE GOTTI: BATTERIA


Luogo di provenienza.
BRESCIA






1. Com’è nato il gruppo?
J: Il gruppo è nato nel mese di maggio (2012), avevo l'idea di far nascere la band da circa un anno,durante la pausa compositiva dei Neon Synthesis l'altra band in cui suono dal 2004, sentivo la voglia di creare un progetto diverso che mi rappresentasse in pieno e nel quale avrei potuto inserire tutte le influenze musicali che amo. Per poter passare dalla teoria alla pratica avevo bisogno di persone serie e con capacità così valutando alcuni musicisti provai a chiedere a Mario (chitarrista dei Penthagon) che conosco dai tempi del liceo e che ritengo senza paura di smentite tra i migliori chitarristi ritmici in circolazione e non parlo solo a livello di Brescia. Passato un po' di tempo accetto' e ne fui veramente felice. Il passo successivo fu la ricerca di un batterista e capito' l'occasione  durante un pranzo con Mario ed alcuni amici, tra un cineseria fritta e l'altra conobbi Daniele, scherzammo tutto il tempo a tavola ed infine mi disse che era il batterista dei Methedras e subito io e Mario gli proponemmo una prova per permettergli di valutare se potesse essere interessato all'idea, l'ultimo tassello ovvero il basso è rappresentato da Alison già mio bassista nei Neon Synthesis al quale dovetti solo dire il giorno e l'ora delle prove poiché era già pronto per questa nuova avventura, ci trovammo e provammo una cover dei Gotthard (Dream On) che servì per rompere il ghiaccio e da allora siamo i Thyper Furies con i quali ad oggi (dicembre 2012) abbiamo già 6 pezzi nostri.


2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
J: Posso definirlo in modo generico Hard Rock/Metal, va comunque ascoltato per poter cogliere altre influenze di generi che abbiamo mescolato per creare il nostro sound. Per rispondere alla seconda domanda non riesco a spiegare come ho scelto di suonare e proporre proprio questo genere è un po' come fornire una spiegazione del perché sogno o mi innamoro ogni giorno del bello è qualcosa che ami intensamente e che vuoi rappresentare in musica.


3. Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)?
J: Thyper Furies è composto da Thyper= the hyper che suggerisce l'idea di qualcosa portato all'eccesso e Furies (le furie o Erinni) nella mitologia erano 3 demoni alati con la testa piena di serpenti al posto dei capelli, dalla bocca lanciavano urla strazianti, il loro scopo era quello di  tornare sulla terra dall'inferno per vendicare gli omicidi e altre nefandezze umane (vengono citate anche da Dante nel suo “Inferno”) quindi in breve le ho immaginate in versione maschile, quali elementi della mia band che sono appunto in 3 e infine ci sono io che aggiungo quella dose di eccesso che completa il combo e relativo significato qui espresso in sintesi.

4. Avete pubblicato qualche album?
Abbiamo appena lanciato un Promozionale di 3 brani scaricabili gratuitamente dal nostro sito thyperfuries.com, abbiamo intenzione di completare ancora una manciata di song per poter registrare il primo album e ti anticipo che faremo anche un video ma per ora è tutto top secret.






LOGO UFFICIALE DELLA BAND : 
“ THE ALCHEMICAL FURIES SYMBOL"









5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
J: Dall'esperienza che ho fatto con l'altra mia band in cui avevamo la label posso dire che non è difficile trovarne una bensì è complicato trovare quella giusta che tuteli veramente la Band e la segua per farla arrivare a un buon livello questo si che è veramente raro da trovare. Avere una label solo per appiccicare il suo nome dietro ad un cd, ma dalla quale si ricava poco o niente è solo una perdita di tempo e di denaro e sottolineo denaro.



6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
J: Credo che ad intralciare le band non sia solo il pubblico italiano che non va a vedere i live, ma anche certi locali troppo attenti al proprio lucro anziché al fatto di concedere opportunità a gruppi validi. Il gestore è un imprenditore, se esso non osa, non promoziona e non crede in un investimento non può chiamarsi tale. Noto gestori che puntano su tribute e cover band perchè pensano al guadagno sicuro (io stimo chi fa tribute e cover, parlo delle scelte dei gestori) ma chi dice che ad esempio con una band che suona inediti il locale non sarebbe pieno allo stesso modo rispetto ai gruppi cover e tribute? Per fortuna di locali gestiti da persone nobili ce ne sono ancora e infatti suoneremo solo in locali gestiti da questi ultimi gli altri non ci interessano.


7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?
J: I gruppi che mi hanno maggiormente influenzato sono veramente molti e non riuscirei a scriverli tutti essi  appartengono anche a generi musicali  diversi l'uno dall'altro. In ogni caso ho preso ispirazione ad esempio da Elvis, Depeche Mode, Sister of Mercy ,Michael Jackson, Cradle of Filth, Dimmu Borgir, Tristania, Clan of Xymox, the Doors, Billy Idol, Danzig, Rob Zombie e White Zombie e molti altri. Recentemente una buona spinta per i nuovi pezzi è venuta da alcuni lavori degli Hardcore Superstar. Il mondo in cui la musica che ascolto influenza il mio stile viene dal fatto che non smetto mai di imparare, cerco le sfumature all'interno del brano che sto' ascoltando, modi diversi di cantare un determinato riff, resto incantato dalla maestria dei musicisti e stregato dall'idea che sono riusciti a trasformare in canzone e quindi in un'emozione che ami rivivere schiacciando “play” infinite volte.
M:Tutto è iniziato con i Metallica, la Bay Area e tutte quelle belle cose Thrash, Heavy e Hard Rock che gli anni 80 ci hanno regalato!! Andando avanti poi il Death Metal (Americano ma anche il melodico Svedese...) Dream Theater, Nevermore...potrei non finire mai!
D: Sicuramente Nevermore, Carcass, Pantera, Testament...anche se sono band che non rispecchiano lo stile dei Thyper.




8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?

J:
 la passione per il canto posso dire di averla da sempre, da bambino mentre mio padre suonava la chitarra mia madre cantava e presto anch'io iniziai a cantare con loro ,ricordo i weekend spesi a canticchiare De Andrè con mio padre, mi sforzavo moltissimo per tentare di raggiungere la voce calda e  baritonale del grande Faber ovviamente senza successo perché con la mia voce da bambino potevo fare ben poco ma crescendo posso dire di essere abbastanza soddisfatto del timbro cupo che sono riuscito a creare per il mio cantato. Ho sempre amato il Baritono.

M: Da bambino ho studiato pianoforte ma poi la spinta verso qualcosa di meno "pesante" per l' età (tra i 6 e i 10 anni circa) mi ha portato verso la chitarra in maniera però autodidatta.
D: E' nata per caso, avevo voglia di suonare uno strumento pur ascoltando raramente musica, ho iniziato con pianoforte poi chitarra, mi sembravano troppo difficili e allora volevo far casino ed è arrivata la batteria, ringrazierò sempre mio padre che suona di tutto e ha saputo darmi consigli nella mia vita musicale e mio fratello Pacio (AntiClocWise, altro mio progetto) che mi ha fatto conoscere il metal \m/




9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
J: Si suono la chitarra a livello basic :D mi piacerebbe imparare a suonare il pianoforte.
M: Riesco a tenere un tempo con la batteria e mi piacerebbe imparare il Banjo ed il violoncello!! 
D: ho un' altra band black metal, i Fosch, dove suono la chitarra.


10. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
J: Viene visto come sempre con diffidenza perché la gente lo abbina inevitabilmente e se vogliamo in modo bigotto a cose negative, come ad esempio al diavolo, al rumore fine a stesso e ad altre cazzate che non meritano nemmeno di essere citate. Il Rock trasmesso dai media locali tranne rari casi è POP travestito da Rock il tutto miscelato da bella presenza e un look aggressivo farcito di borchie. In realtà nessuno di noi ha la pretesa che la nostra tipologia di musica, in senso generale, sia musica per tutti, siamo come una grande famiglia aldilà delle mode e del passare del tempo e sono convinto che il Rock e il Metal saranno immortali.
M: La parte Rock e Hard Rock si è aperta molto al grande pubblico negli ultimi 15 anni, per quanto riguarda il Metal in generale la situazione non è cambiata più di tanto rispetto alle "altre persone" ma forse è anche meglio così. 




11. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
J: La risposta è tristemente scontata, naturalmente se parliamo di un successo discreto, all'estero in particolare in alcune nazioni, il Rock e il Metal sono Mainstream ovvero rappresentano “IL GENERE” musicale piu' ascoltato e seguito e quindi rispetto a noi italiani è esattamente l'opposto, quando una band nostrana va a suonare fuori dai nostri confini anche se è sconosciuta viene accolta con affetto e i locali sono pieni di gente che partecipa e ti fa sentire amato (mi è capitato e ci tornerei anche in questo momento). Solo per farti un altro esempio stupido noi abbiamo appena firmato con una Promotion Americana che opera anche in Europa (MAMA TRASH PROMOTIONS,INC) che vanta artisti del calibro dei Deathstars e Private Line e che fino a qualche mese fa spingeva in america i the69eyes, sembra pazzesco che un gruppo di Brescia abbia una promotion del genere con tutte quelle che esistono in italia ma è solo un altro esempio dei tanti che potrei fare in termini di paragone.
M: Purtroppo, secondo me, non possiamo parlare di successo dei gruppi Italiani né in Italia né all'estero se non per quei pochi e validi nomi noti che purtroppo non hanno creato un movimento massiccio di band riconosciute e seguite. E' storia vecchia comunque che la gran percentuale delle responsabilità sia nella maledetta mentalità italiana che non supporta ma soprattutto invidia. In altri paesi ci sono sicuramente maggiori possibilità perché c'è molto più interesse verso la musica più pesante, vedi Svezia, Finlandia ecc ecc...
D: Diciamo che forse c'è più apertura all'estero, a livello di live e promozioni, c'è un'altra mentalità ma la cosa importante è che la gente ai concerti ci va!!!!





Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

Grazie a te per questa opportunità e per la tua Fede nel Rock e Metal.
Un abbraccio dai THYPER FURIES \m/,
http://www.thyperfuries.com
http://www.facebook.com/thyperfuries






lunedì 15 ottobre 2012

Intervista Dollface


(Photo by Giovanna Aprili)
PAGINA FACEBOOK:



DOLLFACE


Formazione:
Loris Fontana (chitarre elettriche acustiche, dobro, guitar synth, armonica, vocals)
Alessandro Sbalchiero (drums)
Fabio Agosti (bass)

Luogo di provenienza: Vicenza.





1. Com'è nato il gruppo?
DOLLFACE ROCK EXPERIENCE nascono dall'idea di libertà tematica e stilistica e dalla penna... o dal plettro di Loris Fontana,conosciuto musicista lombardo di base a Vicenza il genere proposto è sostanzialmente hard rock con varie influenze e vede nella formazione triangolare la miglior espressione. La band vede il chitarrista anche nelle vesti di cantante in un contesto di songwriting molto vicino al concetto di storyteller, in cui narra esperienze di vita con una introspezione non possibile senz'altro nei progetti passati.
Stilisticamente alla band piace essere libera e non stereotipata,dato che l'appartenenza ad alcuni filoni impone tutto ciò... la naturalezza e un suono e una attitudine derivata dal blues concorrono a ciò.
Ci sono stati cambiamenti nella formazione? Certo, come sempre vi sono dei percorsi obbligati, dato che l'amalgama non sempre può essere quella giusta.


2. Che tipo di musica fate?
E' un genere che ha delle basi sia nell'hard rock, nel blues, e per certi versi ci sono anche delle influenze un po' shred come tecnica espressa sulla chitarra.


3. In base a cosa avete scelto?
Per quanto mi riguarda mi viene spontaneo e naturale suonare così, sia per attitudine che per intenzione.


4. Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)? 
Il mio amore per i gatti (Dollface è una razza), rimango sempre incantato dalle ragazze... e un tributo Hendrixiano senza dubbio ;)


5. Avete pubblicato qualche album?
Stiamo ora registrando i brani che andranno a comporre la full length.



Pensate di pubblicare un album?
Sarà una cosa fatta con molta cura e dedizione che avrà la caratteristica di suonare vero, senza molta elettronica e trucchi.
Avete già qualche idea?
Sì, abbiamo passato l'anno scorso e quest'anno a suonare a proporre i brani e sempre piacevano.






6. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
Penso che di questi tempi sia molto difficile. Personalmente e tristemente non ho ancora visto nessuno vivere della propria arte, quindi… Quando si emerge tu mi chiedi? Difficilmente e a costo di grandi sacrifici, motivati dal fuoco sacro della passione...


7. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Non saprei dirti nulla in questo, di fatto è vero che finché si “dice” di supportare il “movimento” e poi non si fa la vedo dura dato che in certi casi i concerti metal non vanno sempre così bene (parlo di presenze).


8. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato?
Sicuramente tutto l’hard rock di matrice /=, in cui c’era molta più sostanza rispetto alla miriade di gruppi omologati di oggi.
In che modo? Influenze “classiche “ date dall'ascolto reiterato di queste band tuttora Hendrix, Deep P urple, Rainbow, Zep. Credo siano irraggiungibili e non “suonano” da stantio come moltissimi dischi di band tipo quelle anni 80 e dintorni.


9. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello? Suonate altri strumenti?
La chitarra per me è un oggetto d’arte stupendo oltre al fatto che è bellissima da suonare e da studiare. Io personalmente suono anche basso, un po' di tastiera, armonica, e altro.


10. Il live che più vi ha emozionato.
Come carica emotiva, cura certosina e caparbietà nel voler suonare (malgrado alcuni problemi) debbo dire Isola Rock 7 edizione, dato che tale festival è un patrimonio da difendere e propagare. Infatti, come dicevo prima, lo staff ben poco si lascia influenzare da vari burattinai e manipolatori, tristemente noti nel settore (tipo far suonare sempre le stesse 2-3 band con affluenze di pubblico risibili e ciononostante cercare di vender queste cose come “the ultimate fest”).


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
Anche qui ti posso rispondere che se una cosa deve essere intesa come una religione, salvo poi magari da parte degli stessi adepti rifiutare le stesse religioni tradizionali….mi vien da ridere…


12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Intanto di realmente emergente non vedo granché. Vedo dei gran come back, alcuni riusciti altri che funzionano esattamente come allora. Vedo nomi consolidati, vedo una gran opera di martellamento mediatico o quant'altro e ti posso assicurare comunque che già in un intervista dichiaravo il mio amore per l’hard rock più che heavy metal. Speriamo che comunque vengano tempi migliori per tutti.