giovedì 14 marzo 2013

Intervista Days Before July



DAYS BEFORE JULY


Formazione
Pierpaolo PattaroVoce, Chitarra
Martino PosenatoChitarra solista, seconda voce 
Lorenzo GirardiBasso 
Nicola Zonato - Batteria

Luogo di provenienza
Est veronese





1. Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?
Siamo nati dopo un’assemblea/concerto di fine anno, nel 2008, della scuola che frequentavano Nicola , Lorenzo e Martino. Io (Pierpaolo) e Martino siamo cugini e decisi di andare a sentire questo concerto. Martino dopo la serata mi fece conoscere i suoi due compagni di scuola e i gusti musicali tra noi quattro erano molto simili. Così decidemmo di provare a formare una band.
Non ci sono stati mai stati cambiamenti di formazione e mai ci saranno perché se dovesse in qualche modo sorgere qualche problema interno alla band e comportasse l’abbandono di un componente cambieremmo nome per rispetto di ciò che è ora la band.



2. Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
Fatico molto a dare un nome al genere che facciamo. Affondiamo le radici nel rock, per lo più moderno; Ascoltiamo metal, pop, jazz e cantautorato italiano. Cerchiamo di non limitarci ad un genere e di sperimentare. Per questo definiamo il genere semplicemente Rock alternativo italiano.



3. Che significato ha il nome del gruppo? Com'è nato (il nome)?
Il nome significa "Giorni Prima di Luglio" e ha due significati. Uno è quello un po’ più semplice: è il periodo in cui abbiamo fatto le prime prove. Il secondo si focalizza sull'aggettivo Before (Prima) e indica un’aspettativa, un qualcosa che devi perennemente aspettare e per questo volevamo bloccare quella sensazione di perenne attesa nel nome, collegandolo a Luglio, un mese che a noi ha dato molte soddisfazioni ma che sono arrivate grazie a tutto ciò che abbiamo seminato ‘prima’.



4. Avete pubblicato qualche album?

Com'è nato. 
L’album è frutto di 2 anni in cui abbiamo avuto modo di conoscerci, di crescere e di scegliere una strada personale. Sono 10 tracce tutte in italiano, scritte nei primi anni di prove.

Significato del nome dell’album.
“L’ultimo giorno”. Volevamo focalizzare il tema dell’intero album sullo scorrere del tempo, inteso come insieme di scelte, di errori, di gioie e dolori. Prima o poi ci si scontra con se stessi e si arriva ad un punto in cui si devono fare delle scelte drastiche.
Abbiamo portato tutto questo ad un ipotetico ultimo giorno, l’ultimo momento per capire che cosa abbiamo fatto fino a quel punto, cosa avremmo potuto fare e quante piccole cose si sarebbero potute apprezzare e che invece abbiamo sorvolato per cercare qualcosa che fosse più importante, più prezioso confrontandoci soprattutto con gli altri e nascondendo invece un bisogno e un benessere nostri.

Significato della copertina.
La copertina rappresenta una stessa persona che compie diverse scelte e ha un diverso approccio alla vita. Una mano si allunga per raggiungere ciò che vuole, ciò per cui vive, una mano aspetta passiva che qualcosa gli accada e una mano si ritira accontentandosi di ciò che ha già per paura di rischiare e perdere tutto.

Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta? 
Si, abbiamo auto-prodotto il nostro disco con l’aiuto di un amico che ci ha aiutati a registrare il tutto in studio.

Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Essendo auto-prodotto per noi è stata dura inizialmente per riuscire a metterci in carreggiata, vista la novità per quanto riguardava lo studio registrazione. Poi abbiamo capito i principali meccanismi della registrazione e tutto è stato più semplice e divertente. Ci ha uniti molto.

Progetti futuri?
Pensiamo di portare l’album in giro ancora per un po’ e poi di prenderci una pausa per scrivere pezzi nuovi, che abbiamo già cominciato a comporre.



5. Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto quando si emerge?
E’ abbastanza difficile se si fa tutto di fretta, se non si hanno i giusti agganci e un bel po’ di soldi messi da parte. Oramai sono poche le etichette che investono sui gruppi emergenti visto l’andazzo del mercato discografico. Il web fa da padrone ed è pieno di realtà musicali molto valide che vengono scartate per privilegiare chi ha già un seguito mediatico o chi può comprare il proprio successo.



6. Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
Sicuramente il metal non è un genere che ha un grande popolarità in Italia, guardando al passato culturale del nostro paese. Credo che il nostro più grande problema è che ci accontentiamo. Ci accontentiamo di quello che ci viene imposto. E’ un paese che vuole farci credere di essere liberi, ma siamo schedati ed etichettati non appena facciamo, pensiamo, diciamo qualcosa che non sia ortodosso per la nostra società. Si dovrebbe dare spazio a tutti, aldilà delle differenze di pensiero.



7. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo? 
Sicuramente ci hanno influenzati molto i System of a Down, di cui siamo tutti e quattro dei fans sfegatati ma anche i Nickelback, i Biffy Clyro e molti altri. E per quanto riguarda l’Italia i Linea 77, Fabrizio De Andrè e tantissimi altri.



8. Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
Io e Martino, essendo i nostri padri chitarristi, siamo cresciuti con chitarre in giro per casa e un giorno ci siamo incappati. Per gli altri vale lo stesso credo. Dovrei informarmi!



9. Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
Studio canto ma vorrei imparare a suonare decentemente la tastiera. Martino è un bassista mancato. Lorenzo è un DJ provetto e Nicola è un tutto fare (male, ma fare).



10. Il live che più vi ha emozionato.
E’ stato il giorno in cui abbiamo presentato il nostro primo album. Un giorno indimenticabile. Tutti cantavano i nostri pezzi con noi, siamo stati a parlare con chi ci aveva sempre supportati fin dall'inizio e ci seguiva spessissimo durante i nostri concerti. Quella notte non abbiamo dormito, eravamo davvero emozionati.


11. Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
Il rock e il metal sono generi che hanno il loro seguito e che non moriranno mai. La gente ha bisogno del rock e del metal, perché per ogni pensiero che non riesci ad esternare, c’è una canzone che lo fa per te. Lasciamo che la gente ci guardi storto, non è dato loro sapere.



12. Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
Assolutamente si. Perché fuori dai confini italiani il pensiero è riconosciuto in ogni forma e genere. Questo non riguarda solo la musica ma l’arte in generale!







Vi ringrazio di cuore per la partecipazione. Siete stati gentilissimi. ^_^

GRAZIE A TE ;)