mercoledì 21 marzo 2012

Intervista Dark Ages

DARK AGES
·         Formazione.
-          Davide Cagnata: voce
-          Simone Calciolari: chitarre
-          Angela Busato: tastiere
-          Carlo “Bam Bam” Busato: batteria
-          Marco Gennari: basso

·         Luogo di provenienza.
              Verona e Mantova.



1.       Com’è nato il gruppo? Ci sono stati cambiamenti nella formazione?
Il gruppo è nato molti anni fa da alcuni giovanissimi musicisti che avevano in comune la passione per il rock; la prima formazione risale alla metà degli anni ’80 e da allora ci sono stati numerosi cambi di line-up fino al 2008 quando la band ha raggiunto un ottimo equilibrio con gli attuali componenti.

2.       Che tipo di musica fate? In base a cosa avete scelto?
Il genere che suoniamo è  prog-metal, affonda le radici dalla tradizione del prog anni ’70 con sonorità tipiche del metal anni ’80 e moderno. Il genere che proponiamo in realtà non è stata una scelta  ma semplicemente un incontro degli stili e delle influenze che hanno finora caratterizzato la formazione musicale di ciascuno di noi.

3.       Che significato ha il nome del gruppo? Com’è nato (il nome)?
Dark Ages significa letteralmente “età oscura” ovvero Medio Evo. Siamo convinti in effetti che l’epoca nella quale stiamo vivendo non sia ricca di avvenimenti o mutamenti, anche culturali e di costume, tali da diventare punti di svolta per l’umanità. Come nel Medio Evo appunto… stiamo aspettando un nuovo Rinascimento.

4.       Avete pubblicato qualche album?
I Dark Ages hanno pubblicato due album, il primo “Saturnalia” risale al 1991 mentre il secondo “Teumman – part one” è uscito nel maggio del 2011.

Com’è nato.
Parliamo di “Teumman – part one”: Nasce da alcuni soggetti di Davide uniti alle idee musicali di Simone. Mentre prendevano forma le prime vere canzoni ai due è balenata l’idea di scrivere una vera e propria Opera Rock e quindi un concept-album (cioè un disco dove tutte le tracce sono collegate tra loro nel significato, raccontando un unica vicenda). In seguito sono stati determinanti gli arrangiamenti degli altri componenti in particolare quelli di Angela per le parti strumentali.

§         Significato del nome dell’album.
Teumman è il nome del protagonista principale della nostra storia, un nome di origine assira che ha anche qualche assonanza con “the human”… resta a voi scoprire il perché.

Significato della copertina.
L’uomo in copertina raffigura il principe Teumman che grida al cielo tutta la sua sofferenza per quanto il destino gli ha riservato. I rami secchi dell’albero che escono dal suo corpo simboleggiano la rinascita nella dannazione della “nuova vita” da lui scelta.

Parla della storia.
Il sipario si apre su un campo di battaglia alla fine di uno scontro sul quale giacciono i cadaveri di vincitori e vinti. Ma un’ombra si aggira nel silenzio in cerca di un corpo per portarlo con sé negli inferi. Il corpo è quello di Teumman, principe elamita caduto in battaglia. Egli si ritrova nel Regno dei Morti e davanti a lui c’è Oriax, un demone che gli annuncia la possibilità di evitare la dannazione eterna. Entra in scena Berkaal, il Signore dell’Oscurità, che propone al principe un patto: se accetta di tornare sulla terra e far innamorare di sé Namrad, la fedele sposa del re assiro Agares, facendo così in modo che ella perda la sua anima, avrà in cambio l’immortalità. Teumman accetta, torna sulla terra e si presenta al palazzo di Re Agares. Il Re lo accoglie come un figlio ma un oscuro presagio gli ottenebra l’animo. Una volta a palazzo il principe incontra Namrad e sente nascere un forte sentimento nei suoi confronti che lei ricambia a sua volta e subito dopo è dilaniato dal dubbio perché si sente in colpa per essere parte di questo inganno. A questo punto evoca Berkaal e gli manifesta la sua intenzione di rinunciare al patto, ma ormai non può più tirarsi indietro, non gli resta che portare a termine il suo compito… e sui violenti scambi di battute di Regret la storia si interrompe…

Vi auto-producete oppure avete trovato un etichetta?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare un accordo con un’etichetta italiana che ci ha sottoposto un contratto che prevede tra l’altro anche la massima libertà nostra sulle composizioni dei brani.

Avete incontrato qualche difficoltà nel mettere su questo progetto (prima, durante e dopo)? Se sì, quali?
Beh, la difficoltà maggiore è stata il tempo impiegato per gli arrangiamenti definitivi e per le registrazioni; è difficile lavorare ad un progetto complesso e vasto come quello che abbiamo voluto creare quando non si è musicisti “a tempo pieno”, ognuno di noi ha impegni di lavoro ed altro genere da portare avanti.

Progetti futuri?
Ovviamente “Teumman – part two”. Stiamo lavorando assiduamente ai pezzi e non vediamo l’ora di svelare l’epilogo della storia.

5.       Secondo voi quanto è difficile trovare sostegno da parte di una casa discografica? Soprattutto  quando si emerge?
Le case discografiche al giorno d’oggi pensano come una normale “azienda” ed il primo pensiero è quello di guadagnare. Per quanto le idee proposte possano essere buone non esistono più i talent-scout di qualche anno fa che investono, magari di tasca loro, rischiando a volte solo per passione. Per contro diciamo che oggi registrare e realizzare un CD con il quale portare a conoscenza degli altri la propria musica è veramente alla portata di tutte le tasche, quindi ci sono sempre più musicisti e gruppi che vogliono emergere e per forza la selezione è dura.

6.       Chi, secondo la vostra opinione, non vede di buon occhio il metal nostrano e cerca in qualche modo di mettergli i bastoni tra le ruote?
La cultura musicale dell’italiano medio è decisamente strana. Da una parte possiamo giustificarla per il fatto che di certo il paese del “bel canto” non vanta tradizioni rock come gli anglosassoni, mentre dall’altra è affascinata da tutto quello che “viene da fuori” perché ritenuto migliore. E’ vero che alcuni gruppi italiani a volte si limitano pateticamente a scimmiottare le bands più famose (magari peccando nella lingua inglese) ma è altrettanto vero che ci sono delle realtà molto più in gamba di qualche artista straniero e che meritano tutto il nostro interesse.
Se a tutto questo sommiamo il fatto che i media di certo non aiutano…

7.       Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato? In che modo?
Ciascuno di noi ha esperienze, ascolti ed influenze diverse tra loro; la fusione di queste ha reso possibile il sound dei Dark Ages e quello che si trova in Teumman. La lista dei gruppi che ascoltiamo sarebbe troppo lunga da scrivere!

8.       Com’è nata la passione per il vostro strumento? Perché avete scelto proprio quello?
(Simone) Quand’ero piccino la chitarra mi sembrava un’ ottimo strumento per far colpo sulle ragazze… poi mi ci sono appassionato veramente.
(Angela) Ho ricevuto in regalo una tastiera giocattolo all’età di 6 anni e da allora non ho più smesso di giocare con le tastiere!

9.       Suonate altri strumenti? O vorreste imparare a suonare altri strumenti?
Ognuno di noi suona anche altri strumenti, anche se non a livelli eccelsi.

10.   Il live che più vi ha emozionato.
Ne abbiamo fatti decisamente tanti di live. Tra i più belli ricordiamo Isola Rock 2010 in quanto è stata la prima volta che abbiamo eseguito interamente e tutto d’un fiato la prima parte di “Teumman”; ma siamo tutti concordi nel dire che forse quello più emozionante sarà il prossimo...

11.   Secondo voi, oggi il Rock/Metal come viene visto dalle altre persone?
La musica Rock è nata negli Stati Uniti d’America nella prima metà degli anni ’50. E’ da allora che i giovani la amano e i genitori la odiano, i giovani la osannano e le Istituzioni la osteggiano… oggi è esattamente come 60 anni fa. Il Rock è uno stato d’animo più che un genere musicale.

12.   Secondo voi il metal emergente italiano ha più successo fuori dai confini italiani? Se sì, perché?
All’estero la cultura musicale è diversa dalla nostra; la gente è certamente più curiosa verso le nuove proposte ed in ogni caso non fanno tanta distinzione da dove viene una persona, basta che abbia qualcosa di buono da far sentire.






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